IMMAGINATE... (2)

 


Alle tre di notte la moglie ricevette una telefonata della polizia che l’avvisava del ritrovamento. L’ipotesi più nefasta si era avverata, infarto, probabilmente.

Alla notizia anche il suo cuore subì un serio scompenso, fortunatamente rientrato per il tempestivo aiuto della sorella (infermiera), venuta per aiutarla nei lavori.

Ma, altra fatalità, il furgone del giardiniere fu coinvolto in un incidente e quando arrivò non c’era luce a sufficienza per procedere in sicurezza, così scaricò l’attrezzatura, recintò l’area interessata e dette appuntamento per il giorno dopo, di buon mattino.

Giocoforza le due sorelle si ritrovarono nel soggiorno a parlare di loro e degli altri. Attendendo il rientro del marito, riguardarono ancora il bel progetto dell’architetto, di molto ampliato rispetto all’originale, con piscina e veranda solarium… una compensazione per la lunga attesa.

I bambù neri e il telo bianco divenuti dissonanti col progetto (secondo l’architetto) non si potevano eliminare (altrimenti una soluzione valeva l’altra, no?) ma furono ridimensionati e collocati ben distante, vicino al confine.

Addossati ad una casetta di legno avrebbero formato un’esclusiva (nel senso che sarebbe stato difficile convincere qualcun altro a fare altrettanto…) isola ecologica, rifiuti, per intendersi.

Alle 10 di sera la moglie, spazientita, chiamò il marito… che non rispose nonostante squillasse. Alla sensazione della continuità subentrò quella dell’impermanenza di tutte le cose. Un incidente allungò l’esistenza del pino mentre dalla mancata risposta si presagì il destino dell’uomo.

 

Quando una persona per noi importante viene a mancare, si palesa il nostro vuoto interiore che cerchiamo di riempire con mille stratagemmi. Ma sicuramente giungerà il momento che la nostra amica, quella che il marito si recò a trovare, soffiandoci sopra li dissolverà lasciandoci nudi, come all’inizio…

Il pino fu l’ultimo dei pensieri della donna, assieme alla piscina, veranda e isola ecologica. Il senso di colpa la rese quasi catatonica e la sorella decise di trasferirsi da lei, nella stanza che il marito occupò, quando la schiena lo costrinse all’immobilità, per guardare bene il suo albero.

Riassestandola per dar aria, trovò un foglio ripiegato tra il materasso e la rete.

La sorella intuì qualcosa e lo consegnò senza aprirlo.

In quel foglio c’era la cosa più preziosa al mondo, la vita.

Non aveva il potere di renderla all’uomo… ma preservò quella della donna.

Non c’erano parole, bensì un semplice disegno a matita.

Un giorno vi mostrerò quel disegno ma voi intanto chiedete al vostro cuore quale fosse, poiché per ognuno è diverso.

Trovando la risposta, quando sarà il momento, la nostra amica la illuminerà affinché chi rimane da questa parte possa vederla.

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