Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? (4/4)


La quarta vita 


Disse Gabriel Garcia Màrquez che ciascuno di noi ha tre vite, quella pubblica, quella privata e una segreta.

In quella pubblica più che viverci noi, vive la nostra o le nostre maschere, secondo le modalità che la società di appartenenza ci ha addestrato a seguire.

Quella privata... beh, essendo tale viene alla luce in frangenti per lo più negativi, per la meraviglia (?) del teatrino mascherato e qual fonte di sostentamento del variegato mondo dell’informazione.

Che dire di quella segreta? Se la pubblica è (almeno teoricamente) accessibile alla moltitudine, per quella privata bisogna entrare nella casa e per quella segreta serve... una password.

Queste tre vite contribuiscono ognuna per la loro parte alla precipua colorazione del nostro flusso di coscienza, come tre diversi liquidi che giungono ad alimentarne il serbatoio.

Pur essendo incolore, il liquido segreto si mescola con gli altri contribuendo alle caratteristiche della miscela.

Le possibili combinazioni e percentuali delle tre vite sono infinite ma anche la persona più semplice ha un nome che, salvo lo cambi, costituisce la password per la sua vita segreta, la voglia usare (e quanto) o meno.

Arrivati sin qui... c’è anche una quarta vita, non nell’aldilà o dopo la morte, ma qui, nel flusso della nostra coscienza?

Del tutto indipendente dal nostro volere, senza serrature per le nostre chiavi e tastiere per digitarne le possibili password?

Se nessuno ne avesse mai detto nulla, non esisterebbe neppure come ipotesi, ma qualcosa (o abbastanza, dipende dal punto di vista e dall’interesse) si trova, magari con un nome diverso da come l’ho chiamata io: quarta vita.

Quindi, se dalla nostra parte non esistono vie d’accesso – assolutamente nessuna chance – quel che sappiamo, sperimentiamo, intuiamo... necessariamente proviene dalla sua parte e talora lo ritroviamo in una (o più) delle nostre tre vite.

La mia sensazione è che i contenuti della quarta vita siano straordinariamente importanti, proprio perché non influenzabili dalle altre tre. Se queste son liquide e acquose, la quarta come goccia d’olio non si scioglie in esse e non ne farà mai parte, pur apparendo nell’unicum cosciente.

La quarta vita, quando accade che ci frequenti di sua iniziativa, fa risuonare in noi una sorta di ricordo senza passato, una nostalgia senza causa.

Perché?

Immaginiamoci quali personaggi di un romanzo che descrive nel tempo le nostre (tre) vite; ad un certo punto avviene quella che potremmo definire in termini moderni una singolarità, un’eccezione alle regole fisiche, magari una semplice, banale coincidenza. Talmente poca cosa codesta eccezione da confermarle, le regole.

Un tempo fui grandemente affascinato dalle coincidenze e convengo con quanto molti altri hanno dichiarato, che le coincidenze son come i baci degli innamorati... sì che si ripresentano sempre più spesso, anche nel mio caso talmente spesso da lasciare perdere il riportarle (per iscritto). Se qualcosa avviene continuativamente non è più una novità, un’eccezione.

Così uno (o più) di quei personaggi del romanzo... trovando nella propria coscienza indicazioni non ordinarie (di vario tipo) si interroga sul loro significato.

Purtroppo i destinatari di queste insolite indicazioni per vari motivi non sono stimolati a condividerle... così che la quarta vita è tema ancor più riservato di quella segreta.

Un aspetto particolare è che i contenuti della quarta vita pur attraversando le persone si differenziano da quelli delle altre (tre vite) per la caratterizzazione impersonale che li connota. Solo in un secondo momento, come sempre accade, l’individuo li farà propri attraverso la memoria... per la propria collezione di fotografie senza luce.

Riprendendo il tema del romanzo... a ben vedere tutto lo è: il romanzo di ogni singola vita e dei gruppi, società, stati... quello dell’intera storia umana, della religione, arte, cultura e scienza.

Mettendoli tutti assieme abbiamo il romanzo dell’Uomo, o della coscienza umana se preferite. Uno straordinario, immenso romanzo che alcuna biblioteca riuscirebbe a contenere, (al momento) neppure digitale.

Alla nostra morte tutto quello che vi è scritto non ci riguarderà più. Eppure, in quelle pagine, c’era qualcosa che pur scritta dall’uomo non gli apparteneva, ma lo attraversava...

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