8) - al di là dell'aldilà - colui che apre la strada (upuaut)
In un sogno - del 15 settembre 1979 - ascoltavo delle persone anziane - filosofi o saggi - parlare dei 5 segreti .
Rimasi affascinato seppur
l’argomento sembrasse un po' strano e non molto profondo.
Poi mi sono trovato in un’aula di scuola in cui ero allievo
(e allo stesso tempo sentivo di essere un insegnante). La materia di studio era
disegno ed ero un po' in ansia - non preoccupato - perché non l’ho mai studiata
bene. Quindi arrivano i tre anziani di
prima e intuisco che lo scopo della visita è di verificare se sia un buon
momento per il loro insegnamento.
Ma gli allievi se la ridono dei loro modi così antichi e non
prestano attenzione neanche quando parlano dei 5 segreti, così gli anziani se
ne vanno (io però sono rimasto toccato dal loro modo, in fondo simpatico).
Successivamente compresi d’aver superato l’esame non
rispettando (sentendomi in colpa) il mio professore.
La scena muta e mi trovo in una immensa villa col suo parco,
dove mi viene data una stanza per la notte, uno strano posto dove c’erano
persone di tutte le razze e lingue.
Mi addormentai e si susseguirono emozioni e sensazioni
indefinite che mi destarono (pur rimanendo nel sogno), dovendo rigettare quanto
mangiato.
Ancora spiacevolmente impegnato vedevo attraverso la porta a
vetri un via vai di persone. Per due volte bussarono ma non risposi, la terza
entrarono senza bussare. Con mia sorpresa una persona (pareva essere il suo
compito!) portò via il risultato del mio malessere, assieme a una
lucertola-formica sopra il comodino e mi resi conto della presenza dei saggi
nella stanza.
La scena muta ancora e mi trovo in una specie di cinema, dove
più che vedere un film lo vivevo. Alcune persone rappresentavano
un poema con un affiatamento ed espressività al massimo livello, da destare
sincera meraviglia. Lo spettacolo si concludeva con la finta morte di un attore
mentre un altro – l’amico devoto – superava il triste momento e proseguiva per
la sua strada. La loro peculiare recitazione catturava l’interesse generale.
Ma terminata la recita, tra lo sgomento degli altri attori,
quello che si fingeva morto non si rialza per gli applausi. L’amico, disperato,
si prodiga inutilmente per farlo rinvenire, poi (sembra su mio consiglio) viene
tentato uno strano e inusitato metodo.
Vien mostrato al morente che il suo decesso avrebbe causato
dolore fisico a una persona: a ogni passo verso la morte costei riceveva un
forte colpo sul capo… ma ora sono io colui
che sta morendo!
In pochi attimi coscienti vedo una scena sempre più
evanescente; capisco ciò che tentano i miei compagni ma è troppo tardi e lo
stratagemma sortisce l’effetto opposto, ogni colpo inferto all’altro mi sprofonda di più nell’incoscienza!
Sto per morire e rivedo in dei flash situazioni vissute e
altre a me estranee, ma l’ultima immagine è inequivocabile: una donna scopre il
suo mantello mostrando un neonato. Io sono il neonato! C’è pianto misto a gioia
nei miei occhi prima di un ultimo duro strappo e poi nulla…
……
Ora c’è silenzio, un’atmosfera irreale e un po' fredda dal sapore di sacro, di vero sacro e di remoto. Vi è
uno sguardo, una percezione che pare salire all’interno di una poderosa
costruzione. Ma non c’è persona o altro che vede,
solo coscienza.
In questa salita
c’è la visione (non degli occhi) dei disegni su tutte le pareti. Quelli più
in basso sono la base di quelli sopra, impercettibilmente le forme mutuano ma
tutto è unito sin dalla base.
A un certo punto le forme divengono antichi egiziani (come i
faraoni) e le pareti paiono l’interno di una massiccia piramide. Sempre in
questa atmosfera senza tempo, senza ossigeno, irreale, la percezione prosegue. D’un tratto alla fine o forse prima c’è
un’uscita da dove qualcosa pare sfuggire e in quel momento sento la mia percezione e
la sensazione di ciò che è stato.
Adesso mi trovo in una stanza con altre persone. Mentre qualcuno parla del film che si è visto io
vado fuori per vedere una piramide … che non c’è!
Poi esco da un cortile sulla vita che conosco ora e mi
sveglio…
trascrivo subito questo riassunto e disegno l’interno della piramide:
……………………….
All’epoca del sogno (1979), non avevo alcun interesse per l’antico
Egitto e la sua civiltà, neppure la sorprendente visione della piramide attivò
il desiderio di approfondire l’argomento e dopo averlo trascritto (il sogno) lo
dimenticai.
Nel 1995 chissà come, fui attratto e acquistai il libro - Il mistero del Sacro Graal. Origine e storia
di una tradizione segreta - di Graham Hancock.
Fu il primo di una lunga serie… per anni ho comperato e letto
quasi tutti i libri che venivano scritti su ogni genere di argomento: biblico, archeologico,
esoterico, ufologico, ecc.
Ma parallelamente, soprattutto per l’Egitto antico, approfondendo
anche l’interpretazione dell’archeologia ufficiale.
C’è talmente tanto materiale (6.000-20.000 anni di civilizzazione…)
che non sarebbe sufficiente una vita per seguire tutto, così mi dedicai
principalmente a quello che, non solo per me, racchiude il “cuore” del grande
mistero delle origini: la piramide di Cheope – Kufu.
Solo su questa singola costruzione, strettamente associata ad
ogni altra nell’immenso progetto della piana di Giza, non si contano gli
innumerevoli materiali, studi e ipotesi, ma certamente una delle vicende più
interessanti riguarda i condotti di “aerazione” che dalla camera della “regina”
e quella del “re” raggiungono l’esterno della superficie della piramide o
scompaiono al suo interno.
Nel 1991 il dott. Rudolf Gantenbrink riuscì a
ispezionare quelli nella camera della regina, avvalendosi della moderna
tecnologia che gli permise di realizzare il minuscolo robottino filoguidato a
cui – appropriatamente – fu dato il nome di Upuaut che significa “colui
che apre la strada”.
https://isida-project.org/upuaut-project/index.htm
Ricordo che riuscii a seguire attraverso l’incerto internet
dell’epoca l’emozionante diretta dell’evento.
Upuaut aprì davvero la strada nel cuore della piramide… per poi vedersela nuovamente
sbarrare da una porticina di pietra, con applicate due maniglie metalliche di
rame.
A Rudolf non fu concessa la chance d’essere lui,
predisponendo dei mezzi tecnici non distruttivi, a mostrare al mondo l’aldilà di quella porta…
La divinità dell’oblio certamente intervenne nell’occasione, facendo
trascorrere ben 10 anni per risolvere (?) parte dell’enigma …
… Ma il
team non potette andare oltre e tutti questi esperimenti non poterono
concretizzarsi. Lasciarono così per ordine di quelle che definirono in seguito
influenze esterne la lastra come l’avevano trovata.
Cosa poteva
esserci di così scomodo dietro quella lastra da impedire che un team esterno
all’Egitto non continuasse nella sua esplorazione? Forse dietro quella porta si
custodivano segreti che avrebbero obbligato gli studiosi a riscrivere la storia
dell’antico Egitto.
Qualcuno ha
voluto ricollegare questa scoperta al fatto che le piramidi fossero molto più
antiche di quanto affermato e che la loro costruzione sarebbe da attribuire non
agli Egizi ma bensì all’antico popolo di Atlantide, che troverebbe degli indizi
anche in sale nascoste e non rese note dagli egittologi, che si troverebbero al
di sotto della sfinge.
Naturalmente
tutte queste ipotesi vengono rigettate dall’egittologia ufficiale che
dichiarano che nulla di misterioso è mai stato nascosto al pubblico.
Tornando
però alla misteriosa lastra di pietra, pare che nel 2003, un team in Egitto,
sia potuto andare più a fondo nel mistero e abbia finalmente potuto aprire un
varco dietro la lastra per ammirarne i segreti.
La
dichiarazione ufficiale è stata che dietro quella lastra gli studiosi non
trovarono nulla e a riprova di questo venne anche pubblicata una foto.
E’ su
quest’ultima che però qualcuno ha deciso di aprire un dibattito poiché sembrano
due lastre diverse. Naturalmente questo non ha fatto altro che rendere il
mistero ancora più fitto, difatti è ormai chiaro che molti già non credessero
possibile che dietro quella lastra non vi fosse conservato nulla, data anche la
sua ubicazione, insomma chi avrebbe inserito li quella lastra se non fosse
servita a nulla, non solo, dopo le varie raccomandazione a non usare metodi
troppo invasivi si decide di perforarla senza sapere cosa ci fosse alle
spalle rischiando cosi di fare un disastro incalcolabile.
Anche se in
via ufficiale tutto ormai sembra spiegato, alla luce di tutti questi misteri
non stupisce se più di qualcuno rimane scettico di fronte a tutto questo.
Successivamente, nel 2011
… I pozzi
nella Camera della Regina della Grande Piramide in Egitto furono esplorati nel
1993 dall’ingegnere tedesco Rudolf Gantenbrink utilizzando un robot cingolato
da lui progettato, Upuaut 2. Dopo una salita di 65 m (213 piedi), scoprì che
uno dei pozzi era bloccato da una “porta” in calcare con due “maniglie” in rame
eroso. La National Geographic Society ha creato un robot simile che, nel
settembre 2002, ha praticato un piccolo foro nella porta meridionale solo per
trovare un’altra lastra di pietra dietro di essa. Anche il passaggio
settentrionale, difficile da navigare a causa dei suoi tornanti, è risultato
bloccato da una lastra.
La ricerca
è continuata nel 2011 con il Progetto Djedi che ha utilizzato una “telecamera a
micro serpente” in fibra ottica che poteva vedere dietro gli angoli. Con
questo, sono stati in grado di penetrare la prima porta del pozzo meridionale
attraverso il foro praticato nel 2002 e vedere tutti i lati della piccola
camera dietro di essa. Hanno scoperto geroglifici scritti con vernice
rossa. Il ricercatore di matematica egiziano Luca Miatello ha affermato
che i segni leggono “121” Ğ la lunghezza dell’asta in cubiti.
Il team di
Djedi è stato anche in grado di scrutare l’interno delle due “maniglie” di rame
incastonate nella porta, che ora ritengono essere a scopo
decorativo. Hanno inoltre scoperto che il retro della “porta” era rifinito
e lucidato, il che suggerisce che non è stato messo lì solo per bloccare il
pozzo dai detriti, ma piuttosto per un motivo più specifico.
https://www.crystalinks.com/gantenbrink.html
………..
Un giorno dell’anno 2000 (… il passaggio del millennio) dopo
avere atteso invano gli sviluppi della vicenda e ancora amareggiato per l’ingrato
trattamento subito dal dott. Gantenbrink, realizzai che di tutti i “misteri” di
cui mi stavo interessando… qualunque siano i motivi, per nessuno si è arrivati
a una conclusione chiara, definitiva e condivisa.
Quel giorno trovai questo pensiero dentro la mia mente – non si saprà mai la verità – e così
come è sorto dal nulla il mio (davvero grande) interesse, in un battito di
ciglia è ritornato al nulla. Tolsi dalla mia libreria quasi tutti i libri accumulati (che
sapevo per certo non avrei mai più aperto… a che scopo tenere occupato lo
spazio?) svendendoli per cifre simboliche (un caffè…) o regalandoli e come alleggerii
quella (la libreria), così accadde per la mia mente.
Nella libreria rimasero solo i libri su temi “spirituali” ma
anche per quelli, qualche anno dopo, venne il tempo “dell’alleggerimento”.
“Come
venisti nudo così non ti vien dato
portar
alcuna cosa che t’accompagni in viaggio…”.
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